Il quadro dei Piani di adattamento urbani in Europa

Un recente studio pubblicato su npj Urban Sustainability, dal titolo “Quality of urban climate adaptation plans over time“, ha analizzato i Piani di adattamento ai cambiamenti climatici di ben 327 città europee nel periodo 2005-2020.

L’obiettivo dei ricercatori, tra cui Monica Salvia e Filomena Pietrapertosa di IMAA-CNR per l’Italia, era quello di valutare qualitativamente i Piani in vigore, andando a capire il livello di attuazione raggiunto e quello di completezza nell’affrontare le varie tipologie di rischio e di impatti associati ai cambiamenti climatici.

Gli autori hanno quindi creato un Indice di valutazione della qualità dei piani di adattamento, includendo la completezza, ossia i settori inclusi nei Piani, l’ampiezza, quindi la quantità e la varietà delle misure e la coerenza per valutare che le misure sviluppate siano allineate e integrate tra loro.

Delle 327 città esaminate nella ricerca, solo il 51% ha un Piano di adattamento e sono per la maggior parte concentrate nel Regno Unito, in Polonia, in Francia e in Germania.

Le città italiane prese in considerazione sono 32, ma al 2020 solamente due avevano sviluppato un Piano di adattamento, Bologna e Ancona, mentre negli anni più recenti si sono aggiunte Milano, Torino, Padova, Cesena e Bolzano. Tra i motivi di questa scarsa partecipazione delle città italiane vi è un fattore storico, ossia la lentezza con cui in Italia si è iniziato ad affrontare il tema dell’adattamento, rispetto a quello della mitigazione. Inoltre, non ha aiutato l’assenza di indirizzo, con linee guida per la redazione dei Piani, da parte delle autorità centrali. Basti pensare che a livello nazionale l’Italia è notoriamente in ritardo rispetto alla pubblicazione e attuazione del Piano di adattamento.

Ovviamente molti dei Piani più recenti superano in qualità ed in completezza quelli più vecchi, per ragioni di maggiore diffusione di informazioni, accessibilità alle stesse, miglioramenti tecnologici e nel campo della ricerca.